FEB 15, 2025
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Scegliere i KPI

Misurare tutto è inutile; serve iniziare da pochi indicatori chiave che raccontino se il sistema sta funzionando.
Dai intake documentale alla schedulazione, gli ambiti da tracciare sono: tempi, errori, puntualità, rese.
Ogni KPI va definito con chiarezza: formula, unità, frequenza e destinatari.

Baseline & target

Prima di partire, prendi la linea di base: misura lo stato oggi su ogni KPI. Poi definisci target realistici nel breve e medio termine (es. −30% errori in 3 mesi, +10% puntualità).
Importante: il miglioramento è un ciclo continuo, non un risultato definitivo.

Time-to-value

I progetti devono restituire valore entro tempi brevi: i primi miglioramenti devono vedersi già nel pilot, non solo dopo anni.
Stabilisci metriche intermedie: es. tempo di elaborazione documentale, numero di PO automatici, percentuale di casi d’uso attivi.

Cadence & review

Un KPI è utile solo se viene rivisto.
Definisci una cadenza regolare (settimanale, bisettimanale, mensile) per analisi, confronti e azioni correttive.
Mantieni trasparenza: dashboard condivise, alert quando un KPI sfora soglie critiche.

Scaling

Quando il pilot funziona, estendi i KPI e la raccolta alle aree successive: altri stabilimenti, moduli, processi collegati (produzione, logistica, qualità).
Ripeti il ciclo: baseline, target, revisioni, scaling.



Un progetto non è completato quando l’hai lanciato, ma quando i KPI sono parte del tuo modo di lavorare. Con scelte chiare, misurazioni coerenti e cadenze regolari, trasformi un pilot in una gestione scalabile e sostenibile.

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